UNA ZAMPA NEL CUORE

QUANDO UN ANGELO A QUATTRO ZAMPE CI AIUTA…

Il benessere degli animali è sempre stato il centro della nostra filosofia. Ma dal 2019, noi di Exclusion, abbiamo scelto di sostenere dei progetti sociali che possano contribuire anche al benessere delle persone. Tra le diverse iniziative che abbiamo deciso di aiutare, oggi vi vogliamo raccontare la storia di GEA e del progetto “Una zampa nel cuore”.

 

PARTIAMO DALL’INIZIO…

Il progetto innanzitutto nasce grazie a GEA (www.geacentrostudiiaa.it), un centro studi che si occupa di interventi assistiti con gli animali (IAA), un sogno diventato realtà per Lino Cavedon, Michela Romano, Cristina Frigo e Giorgio Venturini…

Lo psicologo Lino Cavedon porta nel progetto tutta la sua lunga esperienza, fatta di piccoli passi e grandi conquiste. Dal lavoro al Consultorio Familiare al Servizio Tutela Minori. Dalla formazione della prima équipe di pet-terapy dentro l’Azienda Sanitaria dell’Alto Vicentino, al ruolo di direttore scientifico del Centro di Referenza Nazionale per gli interventi assistiti con gli animali. Qui contribuisce alla stesura delle linee guida nazionali, che consentono di creare una cultura trasversalmente riconosciuta. Un linguaggio comune ed onesto, con modelli comportamentali e formativi condivisi in Italia sugli Interventi Assistiti con gli Animali.

La sua strada si incrocia con quelle di Michela (psicologa e psicoterapeuta), Cristina (amministrazione) e Giorgio (coadiutore), che insieme iniziano il grande lavoro dell’associazione GEA. Il loro scopo è di avvicinare e aiutare maggiormente le persone, grazie alla relazione che un animale da compagnia riesce a creare con loro.

La leggerezza psicologica degli animali, la loro presenza dolce e preziosa a fianco di un professionista, la loro totale mancanza di giudizio, di emarginazione o di condanna, permette di creare un’atmosfera di pace. Questo permette di lavorare serenamente e in modo migliore con le persone, ottenendo risultati che vanno spesso ben oltre le aspettative…

 

IL PROGETTO “UNA ZAMPA NEL CUORE”

Questo progetto nasce a sostegno di mamme e bambini che si sono emotivamente allontanati, aiutandoli a ritrovarsi e riunirsi.

A volte le esperienze di una vita sfortunata o una storia patogena, porta delle madri ad essere ritenute dai Servizi Sociali carenti di competenze genitoriali. Talvolta però alcune di queste mamme hanno la possibilità di essere inserite, con il proprio bambino, in una comunità, e di essere qui seguite e aiutate a impadronirsi nuovamente di una relazione sana col proprio figlio.

Il nostro progetto “Una zampa nel cuore” permette di inserire la preziosa e utile presenza dell’animale all’interno del percorso che le mamme e i bambini faranno per recuperare il loro importante rapporto.

La presenza del cane è positiva per tutti: crea un clima più gioioso e rilassato, consente l’approccio al prendersi cura dell’altro, aiuta la madre a sentirsi a proprio agio perchè non giudicata, e il bambino a prendere e vivere in modo più sereno il processo riabilitativo della mamma.

 

 

LA STORIA DI MONIQUE, CHRISTOPHE, AMELIE E LA DOLCE OLIVIA

La storia che vogliamo raccontare è quella di Monique e dei suoi figli Christophe, di sette anni, e Amelie di tre.

Il Servizio Tutela Minori è intervenuto dopo ripetuti episodi di alta conflittualità e violenza all’interno della famiglia. Le violenze, fisiche e psicologiche, coinvolgevano in particolar modo la madre, mentre i figli assitevano spesso ai forti conflitti fra i genitori. Monique, dopo aver denunciato i suoi vissuti al Servizio Tutela Minori, è stata inserita in una comunità di prima accoglienza mamma-bambino in alta protezione. Trascorsa una prima fase di alto rischio, il nucleo familiare è stato trasferito all’Istituto Palazzolo in Santa Chiara a Vicenza per continuare il suo percorso di tutela dei minori, con la disposizione del tribunale di osservare e valutare la capacità genitoriale di Monique nei confronti dei bambini.

Quando la famiglia arriva nella comunità, Monique in particolare modo, è molto provata sia dal punto di vista psicologico che fisico, anche a causa delle continue pesanti minacce del marito in seguito al suo allontanamento.

Monique dimostra un buon adattamento alla vita comunitaria, seppur esternando difficoltà e fatica in alcuni momenti, specialmente quando deve dare spiegazioni a Christophe e Amelie riguardo la mancanza del papà.

Col tempo fortunatamente le minacce da parte dell’uomo diminuiscono, e dopo una rivalutazione del rischio di aggressione, Monique può iniziare ad uscire per brevi periodi di tempo dalla comunità. Prima solo accompagnata dagli educatori, poi, un po’ alla volta, da sola con Christophe e Amelie.

Per tutto il tempo nella comunità Monique si dimostra adeguata alla cura e al soddisfacimento dei bisogni dei figli. Per questo motivo la famiglia passa presto ad un progetto di semi-autonomia. Oggi Christophe e Amelie frequentano la scuola pubblica e Monique ha un lavoro che le permette di poter cominciare a pensare ad un futuro sereno ed autonomo.

Quando viene proposto a Monique di entrare a far parte del nostro progetto terapeutico di pet therapy “Una zampa nel cuore” lei mostra un po’ di perplessità… Teme che questi incontri siano per la sua famiglia dolorose rielaborazione delle vicende vissute. Sarebbe un’ansia che si somma alle fatiche quotidiane che la famiglia sta già affrontando.

L’ARRIVO DI OLIVIA…

Con la partecipazione agli incontri però Monique, Christophe e Amelie conoscono Olivia, un dolcissimo Bovaro del Bernese. I bambini attendono con gioia e trepidazione l’arrivo degli incontri dove sono seguiti da un’equipe composta da Michela, psicologa e psicoterapeuta, e dal coadiutore di Olivia che dialoga con il cane. Monique capisce quindi in fretta il valore del tempo passato con Olivia ed inizia ad esprimere anche lei entusiasmo verso questi appuntamenti settimanali.

Christophe e Amelie mostrano fin da subito una grandissima partecipazione e propositività e attendono gli incontri successivi preparando canzoni e poesie per Olivia. Durante le sedute di pet therapy i bambini dimostrano di saper rispettare il loro nuovo amico peloso ed esprimono molta dolcezza nei suoi confronti, sia a livello verbale che fisico. Specialmente Christophe, durante il contatto con Olivia, si concentra in lunghe carezze silenziose e dolcissimi abbracci. Ogni volta propone di realizzare medaglie e coppe perchè il nuovo amico a quattro zampe si è dimostrato un “campione” durante tutte le attività.

L’attenzione rivolta a Olivia permette, soprattutto ad Amelie, di modellare alcuni suoi comportamenti, a volte eccessivi. Permette alla bimba di lavorare sull’attesa e sul rispetto del proprio turno, insegnandogli a interagire in modo più adeguato con i coetanei e lasciando modo anche agli altri di essere protagonisti.

Grazie a Olivia, Amelie impara ad esternare rabbia o aggressività in modo più controllato. I momenti di gioco con il cane hanno insegnato alla bambina anche ad imparare a vivere serenamente i brevi distacchi dalla mamma (per esempio quando deve andare alla scuola materna), cosa che finora risultava difficoltosa.

E’ bellissimo vedere l’interesse dei bambini durante gli incontri, il loro fare domande e le loro esternazioni delle emozioni. Tutti questi aspetti vengono riscontrati anche da Monique, che con tutto il suo stupore, abbandona lo scetticismo iniziale per partecipare attivamente, facendosi coinvolgere positivamente dai figli e godendosi la freschezza che Olivia porta nelle loro vite.

Questo percorso permette a Monique di trovare uno spazio in cui rilassarsi con i suoi bambini, di trascorrere del tempo in modo sereno e giocoso, allontanandosi momentaneamente da pensieri negativi e fatiche quotidiane.

 

Purtroppo molto spesso i nuclei familiari che arrivano nelle comunità non hanno alcun supporto di tipo psicologico. Gli educatori (che comunque hanno una formazione pedagogica) sostengono amorevolmente la famiglia nella vita quotidiana, gli assistenti sociali supportano la mamma in ciò che riguarda la parte burocratica di relazione con il tribunale, ma spesso manca un vero sostegno psicologico specifico.

Il più delle volte i traumi vissuti dai bambini vengono espressi attraverso comportamenti che inevitabilmente si presentano inadeguati all’interno dei contesti sociali.

Per queste persone, adulti o bambini traumatizzati e disagiati, avere la possibilità di partecipare a progetti di pet therapy diventa un dono. Oltre alla preziosa presenza di un animale, dolce, tranquillo e privo di giudizi, possono essere aiutate da altre figure professionali adeguate e specifiche.

Gli incontri diventano espressioni di emozioni positive: il vivere un momento di svago e di stacco privo di ansie e angosce vissute nel quotidiano. Permettono inoltre alle mamme e ai loro bambini di trascorrere momenti di rilassamento costruttivo. La presenza dell’animale consente di affrontare alcune emozioni o comportamenti negativi e poco adeguati, plasmandoli in qualcosa di positivo.