… MA MICIO RICONOSCE DAVVERO IL SUO NOME?
Sembrerebbe proprio di sì!
Il biologo dell’Università di Tokyo, Atsuko Saito, ha elaborato una serie di test sui gatti per dimostrare proprio le loro abilità cognitive. Nei test ha dimostrato come i nostri felini domestici riescono a distinguere il loro nome in mezzo ad altre parole di pari lunghezza e intonazione.
Il biologo Saito e i suoi colleghi hanno svolto l’esperimento presso 11 famiglie, alle quali è stato chiesto di leggere quattro parole pari per lunghezza e tonalità. I gatti inizialmente tendono le orecchie in segno di interesse, ma alla quarta parola tutti hanno già abbandonato l’ascolto.
La quinta parola letta però è il nome del gatto, e 9 su 11 hanno dimostrato in modo significativo un nuovo interesse per il lettore, attraverso movimenti del capo e delle orecchie.
ASCOLTO PER COMODITÁ
Quindi davvero i nostri felini di casa riconoscono il proprio nome?
Certo, e per confermare ulteriormente la tesi, Saito ha effettuato un altro esperimento: lo stesso test delle parole è stato fatto in quattro case che ospitavano almeno 5 gatti. Qui però le quattro parole lette a ciascun gatto prima del proprio nome, erano i nomi dei coinquilini pelosi: quasi tutti i gatti non hanno mai abbassato l’attenzione, a dimostrazione del fatto che “rispondere alla chiamata” di un altro gatto potrebbe comunque essere vantaggioso!
Questo accade perchè noi, senza volerlo, insegniamo ai nostri felini che il richiamo è spesso associato al momento del pasto. Rispondere quindi, anche se non si è stati specificatamente interpellati, potrebbe comunque portare ad una appetibile ricompensa.
L’ultimo esperimento di Saito si è svolto in un Cat Cafè. Anche qui 3 gatti su 9 hanno mostrato interesse quando veniva pronunciato il proprio nome.
Possiamo quindi pareggiare le abilità cognitive dei gatti a quelle dei cani. I gattari più sfegatati non hanno mai avuto dubbi, ma dovranno ammettere che, a differenza dei colleghi pelosi domestici i gatti spesso scarseggiano di interesse nel dimostralo!
POSSIAMO AIUTARLO A RICONOSCERLO?
Certo! Possiamo aiutarli ad imparare più in fretta il proprio nome, pur sempre rispettando la loro natura disinteressata!
- La prima cosa da fare sarà scegliere un nome semplice: limitiamoci ad una parola singola ed evitiamo nomi complessi e composti.
- Una volta scelto il nome, non cambiamolo e non usciamo nomignoli o soprannomi: vanificherebbe tutto e lo porterebbe solo a fare confusione!
- L’ideale sarebbe insegnarglielo quando è piccolo, ma anche un gatto adulto potrà imparare: iniziamo appena possiamo e cerchiamo di essere pazienti.
- Individuiamo la sua ricompensa preferita: a differenza del cane, che è un animale sociale e tenderà a soddisfare le nostre richieste anche solo per sentirsi dire “bravo” o per ricevere una carezza, il gatto tende ad accontentarci solo quando vede nell’azione una ricompensa decisamente più materiale e immediata. In poche parole dovremo prenderlo per la gola, offrendo in cambio qualche piacevole leccornia… In realtà qualche felino potrebbe essere sufficientemente stimolato anche da ricompense divertenti, come un gioco laser o delle coccole sfrenate: dipende molto dal gatto e starà a noi scoprire cosa preferisce!
- Fondamentale all’inizio dell’insegnamento è associare sempre il nome a qualcosa di positivo: almeno per il primo periodo “nominiamolo” sempre in modo dolce e NON pronunciamo mai il suo nome quando dobbiamo rimproverarlo per qualcosa che ha combinato.
- Potrà sembrare crudele, ma inizialmente potrebbe essere un buon trucco diminuire leggermente la quantità di cibo ed evitare le leccornie se non durante l’addestramento. In questo modo la nostra lince di casa sarà più stimolata a guadagnarsi il cibo e sarà più predisposta ad accontentarci.
COMINCIA L’ADDESTRAMENTO!
- Avviciniamoci al micio, chiamiamolo dolcemente per nome e offriamo un bocconcino. Allontaniamoci e chiamiamolo unendo il suo nome ad una parola come “vieni” o “qui”. Quando finalmente si avvicinerà premiamolo con una carezza e un bocconcino.
- Rifacciamolo altre volte allontanandoci sempre un pochettino in più e premiandolo sempre ogni volta che ci raggiunge.
- Dovremo essere costanti e ripetere l’esercizio anche 10-20 volte al giorno per almeno una settimana.
- Quando vedremo che micio è diventato bravo possiamo allungare ulteriormente le distanze, chiamandolo da una stanza all’altra e poi facendolo uscire in giardino per chiamarlo da casa o dal balcone.
- Se in casa ci sono altre persone oltre a noi è possibile che l’addestramento sia fatto da tutti. In questo caso però assicuriamoci che le frasi utilizzate e le modalità di ricompensa siano sempre le stesse, per non creare confusione e non dover ricominciare tutto da capo!
NON FUNZIONA?
Potrebbe essere che tutto ciò non funzioni… Per prima cosa assicuriamoci che la nostra lince non abbia problemi di udito, consultando il nostro medico veterinario di fiducia. Inoltre chiediamoci anche se abbiamo dedicato il tempo e la pazienza sufficienti. Alcuni gatti sono più difficili da addestrare rispetto ad altri, per la loro indole, il loro carattere o per i loro trascorsi.
Se in generale il comportamento di micio ci sembra complesso e strano, possiamo individuare un comportamentalista che saprà aiutarci a trovare e risolvere il problema!